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Veglia missionaria 2023

Proponiamo un momento di incontro, di ascolto, di riflessione e di preghiera silenziosa VENERDI 20 Ottobre alle ore 21:00 alla chiesa di BORGHETTO di MONTE SAN VITO. La veglia sarà arricchita dalle testimonianze di chi ritorna e di chi parte per Dianra, in Costa D’Avorio.

Credere nell’umanità

Nell’occasione della veglia della Giornata Missionaria Mondiale, nell’Ottobre del 2021 si è aperta la raccolta fondi per l’acquisto di un’ambulanza per Dianra Village, in Costa d’Avorio, dove batte il cuore grande di Padre Matteo Pettinari, da anni missionario e punto di riferimento per gli abitanti del luogo, in collaborazione con la CARITAS, tramite la piattaforma Ridiamo dignità e con il CMD.

I marchigiani conoscono bene il suo impegno e il suo forte amore per i più fragili. La raccolta è stata chiusa velocemente, nonostante la cifra importante, grazie alla stima e all’affetto che Padre Matteo ha in molti donatori e oggi, finalmente, il mezzo è stato acquistato ed è operativo.

L’ambulanza sarà al servizio della popolazione del distretto sanitario di Dianra Village – e non solo – avendo come base il Centre de Santé Joseph Allamano di cui Padre Matteo è responsabile dal 2014. Fondato dai missionari della Consolata e nato come semplice dispensario nel 2010, attualmente il centro comprende i seguenti servizi: medicina di base, maternità, laboratorio analisi, odontoiatria, nutrizione, tubercolosi e accompagnamento di persone sieropositive. A loro il distretto ha affidato un’area sanitaria di undici villaggi, ma le persone che lo frequentano vengono da molto più lontano. Oggi, finalmente, il Centre de Santé Joseph Allamano dispone dell’ambulanza, per sopportare le buche e le strade sconnesse che portano all’ospedale più vicino e che dista circa 150 km di pista non asfaltata.

Un mezzo costoso, circa 60.000€ tra acquisto e adattamento, una cifra grande, almeno quanto il cuore di Matteo e di chi ha scelto la missione per dare aiuto ai poveri del mondo. Con il generoso sostegno dei donatori l’ambulanza potrà salvare, ogni anno, molte vite umane, far partorire giovani mamme in sicurezza, intervenire tempestivamente su emergenze sanitarie, dare risposte più veloci e sicure e soprattutto portare i malati gravi dal centro sanitario agli ospedali più vicini.

“Se le tasche non sono sorelle, i cuori non sono fratelli” dice Padre Matteo raggiante per l’acquisto: “Tutto è stato possibile grazie a una fraternità vera che si è trasformata in una creativa e concreta rete solidale tra noi e voi: amici, persone care vicine e lontane, gruppi, associazioni, la diocesi di Senigallia in tante sue espressioni. Grazie di cuore a tante e tanti che hanno donato a partire dalla loro povertà e trasformando situazioni di sofferenza, malattia e difficoltà familiari e personali in un canto alla vita e in un gesto d’amore. Tutto questo mi commuove davvero: dietro a questa ambulanza si nascondono storie di ordinaria santità di tante e tanti che continuano a credere nel Bene e nel Dio della Vita… nonostante tutto e sperando contro ogni speranza!”.

Dio è carità contemplata e vissuta!

Un’ambulanza per la Costa d’Avorio

Il progetto di cooperazione missionaria per l’acquisto di un ambulanza per Dianra Village in Costa d’Avorio, lanciato durante la Veglia Missionaria dello scorso 23 Ottobre, ad oggi ha portato buoni risultati.

Tale progetto vuole essere la proposta di opera di Carità per la diocesi nel prossimo tempo di Quaresima.

Padre Matteo Pettinari, tramite i servizi disponibili al centro sanitario Giuseppe Allamano a Dianra Village, riesce a dare un aiuto concreto alle persone malate, tutelando il diritto alla salute di tutti.

Il centro sanitario serve un ampio territorio di undici villaggi e le persone lo raggiungono a piedi o con mezzi di fortuna. Il centro riesce tuttavia a fornire solo servizi sanitari di base. I malati più gravi devono raggiungere ospedali più attrezzati, affrontando, con una moto o su un carretto trascinato da una bicicletta, un viaggio pericoloso e precario, prevalentemente su strade sterrate.

Il progetto prevede l’acquisto di una Land Cruiser adattata ad ambulanza in modo che possa sopportare le strade sconnesse che portano all’ospedale più vicino, ad oltre 140 km da Dianra.

Se vuoi saperne di più su Dianra: Dianra – Costa d’Avorio

Attualmente sono stati raccolti circa 40.000€. Occorre arrivare a 60.000 €.

Puoi dare il tuo contributo tramite il sito www.ridiamodignita.it/dona/ambulanza-costa-davorio (con la possibilità di essere portato in detrazione dal reddito).

Puoi anche contribuire al progetto facendolo conoscere ad altre persone:

Con il sostegno di ciascuno l’ambulanza potrà salvare, ogni anno, molte vite umane!

Sorridi donna sorridi

Il gruppo missionario di Chiaravalle ci presenta “Sorridi donna sorridi”, una mostra fotografica sulla condizione femminile in terra di missione.

La vita delle donne è difficile in tante parti del mondo, ma come gruppo missionario volevamo aprire una finestra sulla condizione femminile in terra di missione, ed in particolare nelle realtà con cui siamo in contatto. Per farlo abbiamo utilizzato una piccola parte del materiale fotografico raccolto nelle nostre esperienze personali.

La mostra, infatti, propone otto foto della visita a Sao-Luis, in Brasile, dove opera Suor Gabriella, scattate da Giuliana, Martina, Tonino, Antonietta e Maurizio. Otto sono di Lucia, che insieme a Maria Chiara, ha trascorso un periodo nell’orfanotrofio del Beato Bartolo Longo, nel Tamil Nadu, in India. Ci sono poi otto foto della ultima condivisione di vita a Dianra, in Costa d’Avorio, di Carla con i padri della Consolata: P.Ariel, P.Matteo e P.Raphael.
Certamente la mostra è una piccola goccia in un oceano, ma l’abbiamo proposta nel mese missionario con la speranza che tante piccole gocce, insieme, aiuteranno le donne ad avere un futuro migliore.
La mostra si trova all’interno dell’Abazia di Chiaravalle, entrando a destra. È visitabile tutti i giorni negli orari di apertura dell’abazia (8.00/19.00), e rimarrà aperta fino al 30 ottobre.

Cresima 2020 – Un amico in dono

Nel tempo di preparazione alla Cresima, il nostro Vescovo Franco invita i ragazzi ad un gesto di carità: può essere un progetto parrocchiale, della Caritas o legato al mondo delle missioni.

La proposta che fa il CMD di Senigallia consiste nel contribuire all’acquisto di una Bibbia in lingua francese o in lingua senoufo (5€) da donare ad un ragazzo che vive a Dianra, in Costa d’Avorio, oppure scegliere di offrire una Bibbia e una giornata di spiritualità e di incontro con la Parola (10€) ad un giovane che altrimenti non ne avrebbe possibilità.

Per aiutare i ragazzi a conoscere ed a condividere momenti di vita di coetanei che vivono in un luogo diverso dal loro nel nostro canale YouTube (e qui sopra) trovi un video girato dai Missionari della Consolata. Così da condividere la gioia dell’aver offerto il regalo più bello: la Parola e l’Amicizia nello Spirito!

Progetti CMD: lotta alla malnutrizione – 3

Ancora aggiornamenti sul progetto di lotta alla malnutrizione di Dianra, sostenuto dal Centro Missionario Diocesano e che avevamo presentato lo scorso febbraio qui.

Questa volta leggiamo le parole di Padre Matteo Pettinari:

“Questa è la sala dove si è svolto il primo di 6 incontri di formazione continua degli agenti sanitari comunitari, di cui il Centro Missionario aveva appoggiato la formazione iniziale di base a gennaio. Come avete visto stiamo continuando questa stessa formazione e volevo tenervi aggiornati. In realtà non sapevo che avevano scritto alla lavagna e quindi oggi ho voluto immortalarla prima di cancellarla!

Dopo il 10 giugno, hanno avuto un’altra formazione lunedì 24 e adesso ci saranno altri due incontri a luglio e poi altri due in agosto.”

Trovi tutti i dettagli relativi al progetto qui.

Progetti CMD: lotta alla malnutrizione – 2

Da Dianra sono arrivati aggiornamenti sul progetto di lotta alla malnutrizione, sostenuto dal Centro Missionario Diocesano e che avevamo presentato lo scorso febbraio qui.

Si è tenuto da poco l’incontro di verifica dopo il primo trimestre di attività degli agenti sanitari comunitari, formati dal 28 al 31 gennaio scorsi. Al termine dell’incontro a ciascun agente è stata consegnata una divisa bianca da utilizzare durante il servizio.

Trovi tutti i dettagli relativi al progetto qui.

Ciao Dianra

Carla ha lasciato Dianra per tornare a Chiaravalle: ecco il racconto della sua partenza, assieme a Pietro e Roberta, dalla Costa d’Avorio.

 

La jeep macina km e km, p. Raphael è alla guida mentre p. Matteo, Pietro e Roberta, nonostante gli scossoni, le buche ed il rumore, sonnecchiano. Io guardo scorrere, affascinata come sempre, il rosso della pista ed il verde della “brousse”, ancora più vivaci dopo la pioggia recente. Mentre sono persa in questa contemplazione una buca, più profonda, mi scuote e realizzo: “Dianra è già a sette ore da qui! E noi siamo diretti ad Abidjan per prendere l’aereo per l’Italia!!!!”

È come aprire una diga, un fiume di volti mi scorrono davanti agli occhi : Christ, Jean Bosco, André, Bienvenuée et Philippe, dei piccolini che ho coccolato e sommerso di baci! E poi Jaqueline, che stringendomi in un abbraccio poderoso sussurra: “Dio è grande, ci rivedremo”. E Catherine a cui per fermare l’emozione dico: “Ci vediamo domattina per la preghiera”. Ange che da giorni, con le lacrime agli occhi ripete: “Non ci posso pensare, mi fa star male”. Yolande, amica dei pensieri intimi : “Aspetto il tuo ritorno”. E poi Rokia, Siaga, Daou,Thérèse, Susanne, Adèle e gli altri… impossibile citarli tutti, ma tutti sono presenti nel mio cuore. Allora gli occhi non riescono a trattenere le lacrime.

Un mare di pensieri ed emozioni si intrecciano: la gioia del ritrovarsi, il piacere di conoscersi, la partecipazione alla dedicazione della chiesa nuova, la condivisione con la delegazione di Senigallia, lo stupore della visita ad Alasso – il villaggio nella “brousse” senza illuminazione, o quella a Yeretiélé, dove i bimbi sono scappati in lacrime perché non avevano mai visto un bianco. L’allegria del matrimonio senufo, il dolore per la mamma morta di parto. L’affetto ricevuto da tanti, da alcune amicizie diventate, nonostante le difficoltà della lingua, così forti da cogliere anche i pensieri inespressi. L’affetto dei bimbi sempre calorosi, che specialmente negli ultimi tempi, avvertendo un cambiamento, mi hanno riempito di baci stringendosi a me. L’affetto dei tanti parrocchiani che sono venuti con doni in natura o personali : Martine, Jules, Emile, Claire…

La malinconia della partenza che quando arrivi è già nell’angolo più profondo della valigia, perché fa parte del viaggio ma che fa male al cuore.

Signore, grazie per il bello ed il buono che hai seminato in me in questo tempo prezioso a Dianra, particolarmente nei giorni intensi, diversi e forti del triduo pasquale, condiviso con tanti fratelli felici della gioia vera e semplice che solo la Fede sa donare. Concedimi di saper testimoniare al ritorno, nel mio quotidiano, quanto ho vissuto, guardando con occhi e cuore nuovi, perché Cristo è risorto!!!

Ciao Dianra!

Il sabato e la domenica del missionario

Pietro Pettinari ci descrive la vita “ordinaria” di un missionario in Costa d’Avorio nei giorni di sabato e domenica. Nella foto la domenica delle Palme a Sononzo.

 

Dal 6 febbraio mi trovo a Dianra, in Costa d’Avorio, presso la missione della Consolata dove vive e svolge il suo servizio mio figlio Matteo, insieme a padre Raphael del Kenya. Fino al mese di novembre 2017 viveva con loro anche padre Manolo, spagnolo, ora assente per malattia. Da domenica 10 marzo è arrivato anche padre Ariel, argentino, che qui ha svolto servizio per più di quattro anni e mezzo, tra il 2007 ed il 2011. Dopo otto anni è ritornato a Dianra per qualche mese.

In genere il sabato si stabilisce che ogni missionario vada a celebrare la messa in un villaggio delle varie parrocchie: Dianra, Dianra Village e Sononzo. Sabato 30 marzo avevano così stabilito: P. Raphael a Dianra, P. Matteo a Dianra Village e P. Ariel a Sononzo. Considerando che la comunità di Sononzo è la più lontana dalla “base” – circa 45 km – e che per andarci si passa per Dianra Village, siamo partiti con una sola macchina. In quel pomeriggio avevano deciso di portare al villaggio dei nonni paterni una bimba nata il 18 marzo e la cui mamma era deceduta poco dopo il parto. Il villaggio in questione, infatti, era situato proprio lungo il tragitto per Dianra Village.

Siamo partiti verso le ore 16.00 e sull’auto eravamo in 8: p. Ariel, p. Matteo, Roberta (moglie di Pietro, NdR) ed io, la bimba, la nonna ed altre due persone della famiglia. Dopo circa 20 minuti siamo arrivati al villaggio della bimba. Siamo scesi tutti dall’auto. Varie persone ci hanno accolto sulla strada e ci hanno fatto accomodare su delle sedie nel cortile della casa poco lontana. Dopo averci offerto dell’acqua ed aver adempiuto ai saluti e riti convenzionali, lasciata la neonata e la famiglia, siamo ripartiti.

Verso le 17.30 siamo arrivati a Dianra Village. P. Ariel è subito ripartito per passare la serata con i giovani di Sononzo e potervi poi restare per la messa domenicale. Io, Roberta e Matteo siamo restati a Dianra Village. Matteo ha dovuto sbrigare degli impegni al dispensario prima di partire in moto per il villaggio di Bébédougou. Poiché tutti e tre non potevamo andare, Matteo mi ha chiesto se volevo andare con lui a fargli compagnia, mentre Roberta sarebbe restata a Dianra Village. Io ho accettato volentieri di accompagnarlo. Il villaggio dove doveva andare si trovava ad una ventina di km. Indossato il casco, ho messo in spalla lo zaino e siamo partiti. Erano le 19.30. Prima di uscire dal villaggio, Matteo ha chiesto ad un giovane che conosce la zona quali fossero le condizioni della strada. Joseph lo ha rassicurato dicendo che era percorribile. Ci ha soltanto raccomandato di fare attenzione in alcuni tratti perché avremmo trovato molta sabbia accumulata… e così siamo ripartiti.

Detto fatto. Poco dopo ci siamo resi conto che la “strada” era in realtà una pista sconnessa con cumuli di sabbia che formavano dei solchi… pista che si snodava attraverso piantagioni di anacardo e di cotone. Nel buio della notte, le luci della moto non facilitavano molto il percorso. Prima di arrivare a destinazione, avremmo dovuto attraversare tre villaggi. Dopo il primo, Pétérikaha, ed il secondo, Chontanakaha, eccoci arrivare al terzo, Nadjokaha, dove ci doveva attendere il catechista Emile. Purtroppo, arrivati al punto di incontro stabilito, non abbiamo trovato nessuno. Matteo ha provato a telefonare, ma non c’era connessione. Nel villaggio, non essendoci l’illuminazione, si vedeva circolare qua e là qualche persona con la pila. Poco più in là, davanti ad una casa, c’erano due bambini dall’apparente età di otto-dieci anni che con dei bastoni battevano dentro un recipiente circolare in legno per frantumare delle granaglie. Più in là, seduti a terra intorno ad una scodella, ve ne erano altri quattro, dai due ai quattro anni, che con le mani stavano mangiando. Ed ecco che si avvicina un giovane, Basile, amico di Emile e membro della piccola comunità cattolica del villaggio. La notizia non è affatto buona: Emile non c’era in quanto era stato chiamato per cercare un bambino in un villaggio vicino, che poi è stato trovato morto in un pozzo…

A questo punto, Matteo decide di continuare senza accompagnamento per raggiungere il villaggio di Bébédougou. Non sapeva dove era il cortile scelto per la celebrazione, ma una volta arrivati al villaggio in questione, si è fermato nella casa del capo villaggio al quale ha chiesto se sapeva dove si sarebbe svolta la celebrazione religiosa. Egli, che si trovava sdraiato su un lettino nella veranda davanti casa, ha riconosciuto Matteo (infatti, proprio pochi mesi fa, il centro sanitario di cui Matteo è responsabile aveva inaugurato una casetta della salute nel suo villaggio…) e gentilmente si è alzato e ci ha accompagnato nel luogo richiesto che era a non più di 50 metri dalla sua abitazione. Giunti sul posto, alcune donne hanno portato delle sedie dove ci hanno fatto accomodare e, secondo la tradizione, ci hanno offerto dell’acqua e chiesto le notizie. Dopo una decina di minuti, abbiamo accompagnato il capo villaggio nella sua abitazione e siamo ritornati indietro. Le donne stavano già preparando per la celebrazione e per la cena. Erano già presenti una decina di persone, ed altre stavano affluendo dai villaggi vicini, chi a piedi e chi su motofurgone. Nel frattempo le donne avevano preparato nel cortile un piccolo tavolo come altare e davanti, in modo circolare, sedie e panche. La messa è iniziata verso le 21.45 e le persone erano più di 50, senza contare quelle alle spalle che osservavano incuriosite. La celebrazione è stata bella perché molto partecipata, con canti e preghiere individuali, anche se – come mi ha detto Matteo – la maggior parte dei partecipanti non erano ancora battezzati. La messa è terminata intorno alle 23.20. Subito le donne hanno portato la cena con grandi recipienti ricolmi di riso ed una tipica salsa verde come condimento. A me e Matteo hanno portato del riso con salsa di pesce e dei pezzi di ignam lessati. In pochi minuti i commensali avevano già mangiato tutto! A questo punto, vista l’ora e la tanta strada da percorrere per raggiungere Dianra Village, Matteo ha chiesto il permesso di ripartire (come usa qui si chiede la strada) e ce lo hanno concesso.

Dopo aver indossato il casco, ho ripreso lo zaino contenente gli arredi per l’altare e siamo partiti. La strada era molto insidiosa a causa della solita gran quantità di sabbia e, pur proseguendo a bassa velocità, ci è voluta tutta l’abilità di Matteo per mantenere l’equilibrio. Più volte ha dovuto mettere i piedi a terra per non cadere, tenendo conto dell’oscurità e delle insidie nascoste dietro ogni curva. La temperatura era gradevole e soffiava un vento leggero. Contrariamente all’andata, nel tragitto di ritorno abbiamo incrociato poche moto e furgonette, anche loro tutte in precario equilibrio. La cosa che mi sorprendeva era che, non essendoci l’illuminazione, ci trovavamo al centro dei villaggi senza neanche accorgercene, anche perché – vista l’ora – non c’erano più persone in giro con la pila. Attraversando il villaggio di Nadjokaha Matteo mi ha indicato il pozzo che i missionari hanno fatto realizzare poiché in quella zona non c’era più acqua. Il punto più vicino per attingere acqua si trovava a 9 km e quindi la gente era obbligata a percorrerne 18 per avere acqua potabile disponibile.

Siamo arrivati a Dianra Village verso mezzanotte e mezzo. E che dire? Per me è stata un’esperienza molto bella, dove ho potuto vedere persone semplici e piene di fede che pregano con tanto fervore. Matteo mi diceva che in questi villaggi il missionario lo vedono due o tre volte l’anno. La domenica si celebra la liturgia della parola con l’aiuto del catechista.

Siamo andati a letto che era l’una passata.

Questa è la giornata del missionario il sabato.

La domenica, poi, il missionario celebra la messa nella sede della parrocchia, dove, dopo la celebrazione, incontra secondo il programma i vari gruppi: giovani, corali, catecumeni, Caritas, catechisti ecc.

Il pranzo della domenica viene offerto al missionario, a turno, da una famiglia della comunità.

Ecco il mio resoconto di un tipico, “ordinario”, fine settimana vissuto dai missionari in questa terra. Il loro sabato e la loro domenica sono davvero giornate intense, che mettono a dura prova anche la loro resistenza fisica, ma che – una volta rientrati dalla missione – li riempono di visibile soddisfazione e tanta gioia per le persone e comunità incontrate e per il servizio svolto.

A piccoli passi

Carla ci racconta cosa è successo a Dianra in preparazione della solennità dell’Annunciazione del Signore. 

L’anima mia magnifica il Signore: stamattina è venuta spontanea dal mio cuore questa lode al Signore, insieme a lacrime di gioia e commozione. Oggi 25 marzo le donne, una ventina, hanno cominciato di buon mattino a pulire la chiesa di Dianra Prefecture e la nuova cappellina dedicata alla Vergine. La cappellina sarà inaugurata stasera con una messa alla quale interverranno anche le parrocchie vicine. 

Finite le pulizie, rimaneva da posizionare la statua di gesso di Maria, che è arrivata via mare dall’Italia, ben custodita in una cassa di legno che l’ha protetta anche nel successivo viaggio su ruote e che aumenta il suo peso, già notevole. Le donne vogliono sistemare la statua, p.Raphael dice di aspettare quando ci sarà qualche uomo, perché è troppo pesante. La trattativa procede per parecchio: alla fine, in un momento in cui il padre si assenta per un altro problema, le donne si fanno coraggio e con grande sforzo, tutte insieme, a piccole tappe trasportano la statua ed arrivano a metterla sul piedistallo della grotta sciogliendosi, dopo la grande fatica, in un canto di gioia!
A questo punto non ho visto più nulla, commossa nel vedere lo sforzo fisico, la determinazione e la fede di queste donne! Sono splendide!

Qui la donna non ha valore, non ha diritti sociali, solo il dovere di sottostare alla volontà della famiglia e del marito. Di fare figli, possibilmente maschi, di allevarli e contemporaneamente di svolgere i lavori domestici e nei campi. Nonostante ciò, sono gioiose ed accoglienti verso gli ospiti, e soprattutto aperte al cambiamento che migliora la loro vita. Per questo partecipano numerose ed attive ai corsi di alfabetizzazione, ai progetti del micro-credito, ai corsi di educazione sanitaria ,alle catechesi ed alle corali, anche se questo comporta un lavoro in più nella loro già intensa giornata, ed a volte vuol dire percorrere tanti km a piedi, magari con il bimbo più piccolo in spalla. 

Sono certa che la loro forza, la volontà di fare e di conoscere, la gioia che le caratterizza sono le qualità per arrivare quanto prima ad una più giusta considerazione della donna nella società.

Carla.

E dopo il racconto, Carla ci manda il video!

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