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Giovani per il Vangelo

Rinnovarsi tutti nella parola di Gesù.

Questo il tema della prossima Giornata Missionaria Mondiale, questo il tema delle Giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria, alle quali anche un gruppetto del nostro Centro Missionario Diocesano ha preso parte, ad Assisi, dal 26 al 29 agosto. Ciascuna giornata si è aperta con un racconto video e testimonianze dal Convegno Missionario dei Giovani svoltosi nel mese di aprile, seguiti dalla lectio divina tenuta dal biblista del C.M.D. di Milano Luca Moscatelli, e da vari interventi di approfondimento: da parte di don Alberto Lolli (formatore ed esperto di pastorale giovanile della diocesi di Milano), di Laura Gusella (monaca e biblista della fratenità Maranatha di Piombino – FI), del missionario del PIME padre Gianni Criveller, di alcuni collaboratori della fondazione Missio della C.E.I. (promotore del convegno) e di alcuni giovani provenienti da varie diocesi italiane, che hanno animato con entusiasmo e profondità i laboratori biblici.

Davvero un tempo di grazia per i 230 partecipanti, un tempo di preghiera, di riflessione, di sogno, di ricerca, di proposta, di verifica, incentrato sì sull’annuncio del vangelo ai giovani, ma soprattutto, autenticamente, sull’annuncio gioioso dei giovani stessi, che chiedono, nel grido silenzioso del loro cuore, testimonianze vocazionali di un’autentica pienezza di vita, profondamente e radiosamente radicate in Cristo. Sentiamoci quindi tutti coinvolti e tutti chiamati in occasione del sinodo episcopale sui giovani che si aprirà il 3 ottobre: un sinodo che sia di tutti i giovani e per tutti i giovani, per i quali la nostra chiesa sia una fraternità educante, una casa dello spirito, una famiglia che dialoga.

Ecco alcuni spunti sui temi di fondo delle giornate: Vocazione – “A uno diede cinque talenti …” (Mt 25, 14-30), Futuro – “Crederanno in me, mediante la loro parola” (Gv 17, 1-26), Profezia – “Voglio dare a quest’ultimo quanto a te” (Mt 20, 1-16), Nuovi esodi – “Costoro, chi me liha generati?” (Is 49, 8-22).

Siamo chiamati, uno ad uno, a contribuire alla salvezza del mondo, ad essere creativi, ad essere intraprendenti per Dio. Ma i nostri luoghi, i luoghi delle nostre comunità, sono liberi e creativi? Ogni persona, con la sua unicità, svela aspetti unici della rivelazione: i racconti di Dio siamo noi, andiamo dunque là dove si gioca il futuro; è vecchia la chiesa che ha paura di andarci.

I giovani non amano se non i propri sogni, e potrebbe non esserci incubo peggiore che essere prigionieri del sogno di un altro, ma la rivoluzionaria verità della vocazione cristiana, è che solo nel sogno di Dio, abita la felicità; i giovani hanno paura del non senso della vita, hanno (abbiamo) bisogno che qualcuno li afferri e che risponda al loro grido. Gli adulti siano dunque testimoni del desiderio che non si spegne, dell’uomo che ricerca, che non ha smesso di guardare il cielo, ottimisti e fiduciosi nei confronti del futuro di bene che Dio ci propone.

La vita richiede una parte teoretica necessaria, ed è la giovinezza che anticipa tutti i temi nodali della vita. Andiamo quindi alle radici, domandandoci quali siano le condizioni di possibilità della fede, sentendoci in uno stato permanente di conversione che favorisca una comprensione vocazionale del cristianesimo, il recupero della vita come vocazione, risvegliando immaginari di fraternità, orizzonti, desideri. Impegniamoci a leggere in profondità le esperienze riuscite di fraternità, ad individuare dei piccoli ma concreti itinerari di fraternità, riconoscendo e vivendo l’amicizia come via maestra della missione. Ricordiamoci che siamo figli di un Dio che non ama le strutture, ma di un Dio che cammina nella storia.

Facciamoci custodi del legame profondo tra servizio e discernimento, rifiutando l’”esperienzialismo”, poniamo attenzione alle frontiere invisibili che si frappongono all’annuncio (il linguaggio, le convenzioni, le apparenze…), sapendoci avvicinare riconoscendo le ferite e camminando uno accanto all’altro. Lasciamo ogni paura, affidiamo il vangelo ai giovani!

A livello diocesano, in occasione della GMM, invitiamo tutti quanti ed in particolare tutti i giovani, ad una veglia di preghiera in cattedrale, sabato 20 ottobre alle ore 21,00.

Le Giornate Nazionali di Assisi – Gli Atti

Gli Atti della 15a edizione delle Giornate Nazionali di Formazione e Spiritualità Missionaria, svoltesi ad Assisi lo scorso agosto, sono un’ottima introduzione all’imminente Giornata Missionaria Mondiale.

Eccone l’incipit ed il link alla versione multimediale.

Si è tenuta nella consueta cornice della Domus Pacis a S. Maria degli Angeli (Assisi) dal 24 al 27 agosto 2017 la 15a edizione delle Giornate Nazionali di Formazione e Spiritualità Missionaria dell’Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese.

Il titolo “La Messe è molta. Ma noi cosa vediamo?” si inserisce nel tema della Giornata Missionaria Mondiale 2017. “Gesù, profeta e anche più di un profeta, vedeva cose che gli altri non vedevano”, dice il volantino di presentazione dell’iniziativa. “Ce le ha mostrate, senza reticenze e a tratti anche con forza. Tuttavia ancora oggi fatichiamo a vedere. Se vogliamo essere almeno un po’ fedeli all’invito di annunciare il Regno di Dio al mondo intero, lo sguardo di Gesù deve continuare a istruire il nostro attraverso il vangelo e la testimonianza profetica di tante sorelle e fratelli (dentro e fuori la chiesa)”. Le cose stanno così, continua: “Noi siamo infastiditi da persone confuse e petulanti, lui legge bisogni e ne ha compassione; noi vediamo della gente curiosa e invadente, lui accoglie l’anelito di una messe matura; noi viviamo la fatica apostolica come una sconfitta, lui continua a ripeterci che lì, proprio lì e non altrove, ha un popolo numeroso; noi saremmo quasi decisi a lasciar perdere per troppa semente sprecata, lui ci invita a seminare ancora, e ancora, con maggior generosità…”

Questo è stato il tracciato biblico delle lectio, condotte con competenza dal biblista Luca Moscatelli, che ha dato ogni giorno il giusto inizio ai lavori. Le giornate sono state scandite da dilemmi: «silenzi o clamori?»; «deserti o campi di grano?»; «pochi o tanti?»; «per molti o per tutti?». Non si è trattato necessariamente di scegliere. Anzi, queste polarità hanno avuto lo scopo soprattutto di far intuire complessità, tensioni irrinunciabili per navigare nell’oggi. Sul tavolo dei relatori si sono succeduti Gabriella Caramore, saggista, S.E. mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema, don Gian Luca Carrega, biblista e responsabile della pastorale della cultura a Torino, Glenda Franchin, filosofa dell’Università Cattolica. Ha celebrato con il gruppo, composto da più di 200 persone, anche il vescovo di Assisi mons. Sorrentino.

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Assisi, il CMD in formazione

Quest’anno, per la prima volta, una nutrita rappresentanza del nostro CMD (Andrea, Francesca, Donatella, Carla, Lorella e Mattia) ha partecipato alle Giornate Nazionali di Formazione e Spiritualità Missionaria, organizzate da Missio Italia ad Assisi con il titolo “La messe è molta, ma noi cosa vediamo?”. Giornate ricche di preghiere, relazioni, scambi di esperienze, incontri personali che purificano lo sguardo con cui guardiamo il mondo.

Molto intensa e suggestiva la veglia di preghiera vissuta davanti alla Porziuncola. Stimolante la lectio (Atti 18, 1-11) del biblista Luca Moscatelli (splendido) che ci ha presentato un Paolo (S.Paolo) capace di convertirsi, dopo i primi fallimenti “missionari”, fino a comprendere che il Vangelo può essere annunciato solo se hai davanti persone che senti fratelli e sorelle, non nemici. Interessanti la relazione di Don Gian Luca Carrega, altro biblista che ci ha offerto uno sguardo “nuovo” sulle parabole evangeliche e della D.ssa Caramore che ci ha ricordato che la Parola e’ come una fonte che butta sempre e sempre disseta e ristora. Sì, giornate veramente belle, piene di gioia, gioia viva che nasce dal condividere, come in una grande famiglia, realtà, sogni, speranze ,delusioni, ma soprattutto la stessa mensa eucaristica e lo stesso Amore del Padre che ci da’ la voglia di camminare incontro ai fratelli, perché chiunque il Signore ci mette davanti e’ il nostro prossimo.

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