La chiesa più grande

Gioele e Martina hanno vissuto le vacanze di Natale a Dianra, Costa d’Avorio, nelle comunità parrocchiali di padre Matteo.

Le vacanze di Natale quest’anno sono passate ancora più velocemente del solito, sarà che in Africa, in Costa d’Avorio più precisamente, il tempo scorre in un modo tutto suo. Io e Martina abbiamo ricevuto questo grande dono: di poter condividere la vita di ogni giorno con la gente del posto. Niente di più semplice e arricchente allo stesso tempo!
Solo svuotandoci di noi stessi, delle nostre regole, delle nostre idee e delle nostre tradizioni siamo stati in grado di farci accogliere. E proprio lì una volta svuotati abbiamo incontrato gli ivoriani, la loro accoglienza, il loro modo di celebrare il natale e le altre feste, i loro cibi e a volte anche le loro sofferenze. Siamo stati per circa un mese tra la polvere rossa dei villaggi del nord passando spesso da Dianra a Dianra Village, fino ad arrivare a volte anche nei più distanti, ma magici villaggi di Marandallah e Sonozo.

La parrocchia di Dianra è stato il nostro “campo base” o qualcosa di più simile ad una seconda casa, in cui siamo stati accolti con amore materno da tutti i parrocchiani. È qui che abbiamo festeggiato il Natale e avuto modo di visitare le persone nelle loro case nell’intimità della sera, sperimentando ancora una volta quella dolce accoglienza.

Un’altra seconda casa e luogo di mille meraviglie è stata per noi la nuova chiesa in costruzione di Dianra Village. È forse questo il luogo in cui ho lasciato una grande parte del mio cuore. Nel nostro piccolo abbiamo contribuito alle
decorazione della nuova chiesa, aiutando il piastrellista Abù nel posizionamento del mosaico all’ingresso della navata centrale. Ciò che mi ha particolarmente colpito del tempo passato nella nuova chiesa è che la parrocchia è un punto
d’incontro molto importante. Un via e vai continuo di uomini, bambini e donne dai vestiti colorati, sono passati o per un semplice saluto o per portarci qualche banana o qualche bibita, cosa che per noi potrebbe sembrare un gesto molto semplice, ma che ricevuti dalle loro mani, assumono un grandissimo valore.

Questo viaggio, in conclusione, è stato per me come riaprire gli occhi alla luce di un nuovo giorno, dopo tanto tempo di oscurità. Sono riuscito finalmente a vivere con i miei sensi quest’Africa tanto raccontata, tanto sfruttata e stereotipata. Ho trovato tanta vita, tanta gioia, tanta quotidianità, ma purtroppo anche tante, forse troppe, ingiustizie. È un mondo che non si spegne mai e che ci piaccia o no continua frenetico a compiere il suo corso. Ringrazio i padri della Consolata che ci hanno accolto e permesso di vivere così a pieno questa esperienza, in modo
particolare il nostro Padre Matteo Pettinari che ci ha guidato alla scoperta del nord della Costa d’Avorio.

Gioele

 

Potrei definire questa esperienza con mille bellissime parole, ma poche racchiuderebbero la varietà di ciò che abbiamo vissuto, pertanto la descriverò come una “continua scoperta”. Non sapevo cosa avrei trovato a più di 4000 km di distanza da casa, non avevo certezze né aspettative, ma solo desideri e buone intenzioni: vivere pienamente ogni momento. Con questa speranza nel cuore siamo atterrati ad Abidjan, e la missione non ha esitato a darci il benvenuto. Ancora prima di lasciarci l’aeroporto alle spalle abbiamo fatto nostra la prima regola “siate pronti all’imprevisto”. Era solo l’inizio, perché nei 30 giorni successivi, passati in terra ivoriana, il bagaglio di partenza si
è arricchito di un tesoro di cui ora, più che mai, riscopro il valore. Ho scoperto lingue e tradizioni nuove, toccato mani indurite dal faticoso lavoro, visto volti di bambini e anziani con la luce negli occhi. Ho conosciuto persone fantastiche. Ho scoperto la bellezza dell’accoglienza e di chiedersi “Come va?”.

Ho sperimentato la soddisfazione di aver creato qualcosa di bello per loro, partendo da semplici mattonelle colorate, qualcosa che possa renderli orgogliosi della loro chiesa. Ho provato ammirazione vedendo come diverse religioni
riescono a convivere e integrarsi. Ho riscoperto il valore del Natale e l’importanza di fermarsi a riflettere sul tempo passato per affrontare al meglio l’anno che verrà. Ho scoperto che è bello partire alla ricerca di un nuovo mondo, vedere da un’altra prospettiva la quotidianità che hai lasciato e ritornare per continuare a vivere “nuovamente”.

Martina

Da “La Voce Misena” del 18 Gennaio 2018.

Veglia Missionaria 2017 – Video

Riviviamo la Veglia Missionaria di sabato 21 ottobre 2017, in Cattedrale a Senigallia, presieduta dal Vescovo Franco (qui il momento dell’omelia) e con la bella testimonianza di Giuseppe e Sonia sull’esperienza missionaria della loro famiglia in Cina (qui il momento della testimonianza).

Sulle Strade del Mondo 2017 – Video

Domenica 8 ottobre, ad Ostra, Pietro, Martina, Eva, Laura, Filippo, Enea, Pietro e Roberta hanno condiviso la loro esperienza di missione in Uganda, Bolivia, Costa d’Avorio, Egitto, Perù e Tanzania.

Riviviamo le loro testimonianze nel video dell’incontro.

 

Sulle Strade del Mondo 2017

PARTIRE è il verbo che ha più affascinato le persone che ci racconteranno la loro esperienza fatta nei vari paesi dell’Africa e dell’America Latina.

Pietro, Martina, Eva, Laura, Filippo, Enea, Pietro e Roberta condivideranno la loro esperienza di missione Domenica 8 Ottobre alle ore 16:30 ad Ostra, nella saletta del Congresso in Vicolo Montanari 3.

Vivere per alcune settimane fuori dalla propria terra e cultura, incontrando altre culture è un avvenimento importante, non un fatto tra i tanti, non un turismo diverso,  almeno per persone che si sono preparate a questo facendo un cammino missionario.

La PREPARAZIONE è il momento fondamentale per vivere in maniera intensa e significativa l’esperienza, infatti i nostri amici hanno fatto questo percorso con i Francescani, in Parrocchia, con i Salesiani e con l’Operazione Mato Grosso.

Ci racconteranno come sono USCITI dal nostro mondo/cultura per avvicinarsi ed ENTRARE in un altro, con modi diversi di vedere e leggere la realtà, modalità diverse di vita, di uso del tempo, di valutare la persona, la fede, Dio, la terra e ciascuno in maniera specifica in base al paese in cui è andato: Uganda, Bolivia, Etiopia, Egitto, Perù, Tanzania e Costa d’Avorio.

Scopriremo come hanno superato le difficoltà alle quali erano stati già preparati, dalla difficoltà di comunicare al non far nulla o quasi; come si sono mossi per capire il significato delle cose e come hanno vissuto l’incontro con le persone. Non si parte per fare qualcosa, per realizzare un progetto, ma per incontrare le persone con la loro vita, la loro storia, la loro fede e la loro realtà; poi magari si potrà vedere se si potrà fare qualcosa che serva a loro e non a noi.

Quattro sono i momenti importanti per chi va in missione e per la Chiesa locale: la Preparazione, l’Invio, lo Scambio e il Rientro.

Proprio il rientro significativo nelle comunità può permettere di spiccare il volo in libertà responsabile.

Incontri in missione

Gli incontri che si fanno durante un’esperienza missionaria sono una delle cose che maggiormente lasciano un segno nelle persone che li vivono e che poi rientrano a casa. Ecco il video della testimonianza di Don Andrea Rocchetti, parroco di Monte San Vito e Borghetto, sull’esperienza a Dianra nell’Agosto del 2016.

Per fare del mondo una sola Famiglia – Video

Pubblichiamo il video della serata missionaria in ricordo di P.Giovanni Montesi, organizzata dalla Parrocchia S.Pietro Apostolo di Corinaldo lo scorso 27 Gennaio, con immagini e testimonianze del viaggio in Camerun di Sara e Mauro Montesi, e con la presenza di P.Eugenio Montesi.

Da Corinaldo… “per fare del mondo una sola famiglia”

Una presenza significativa, quella dei missionari Corinaldesi, sparsi in diverse parti del mondo: Congo, Camerun, Sierra Leone, Kenya, Brasile… Questi solo alcuni dei paesi dove hanno vissuto.

Sempre più una presenza anche in cielo, con la partenza di P.Giovanni Montesi lo scorso 1° Agosto 2016 nella sua missione a Douala – Camerun (Africa Centrale).

 

Il superiore generale dei Missionari Saveriani, P.Luigi Menegazzo, così annuncia:

“…dobbiamo essere tutti grati al Signore, che ci ha donato un bravo e buono confratello.

Lo ricordo sempre attivo e riflessivo allo stesso tempo, gentile con tutti, sempre pronto ad ascoltare e a sorridere, mai triste e sempre ottimista.

Lo ricordo come un confratello che ha amato profondamente la sua Famiglia Missionaria, che ha dato per essa ogni sua energia, con diponibilità e professionalità. P. Giovanni ha amato intensamente la sua vocazione e il suo sacerdozio e non ho mai visto in lui alcuna cosa superflua che potesse distoglierlo dal suo desiderio di annunciare il vangelo e guidare tanti giovani alla donazione totale di sé stessi per la missione.

La presenza di p. Giovanni era ricercata, perché lui non era invadente, ma accogliente; non era possessivo, ma generoso; non era chiuso, ma aperto e coraggioso; egli donava Dio e questo rendeva meravigliosa la sua vita.

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Il Tempo di Avvento a Sonozo, nella parrocchia di Dianra Village (Costa d’Avorio).

La seconda Domenica di Avvento, un altro giorno indimenticabile: una testimonianza di Roberta Mazzanti e Pietro Pettinari.

Siamo partiti sabato pomeriggio per arrivare a Sonozo verso le 18:30. Era già buio quando siamo giunti al villaggio e Marc (il catechista) era lì ad accoglierci.

Nel cortile della sua casa ci aspettavano la moglie ed altri, insieme a 7, 8 bimbi.

Era l’ora del bagno serale. I più piccoli ad uno ad uno immersi prima nella bacinella per la saponata e poi nel secchiello per il risciacquo, i più grandi invece nella piccola costruzione adibita a doccia si arrangiavano da soli. Dopo un’accoglienza come sempre calorosa, Marc ci ha comunicato che io e Pietro eravamo suoi ospiti per la notte e… che l’acqua per la doccia per tutti e 3 era pronta. Ci siamo preoccupati per come lui si sarebbe sistemato con i suoi 3 o 4 figli (non ho ben capito), ma tutto era già programmato… e così è stato! Continua a leggere

Sulle Strade del Mondo

Sulle Strade del Mondo: una domenica pomeriggio all’insegna del racconto, della condivisione di un’esperienza di viaggio in terra di missione realizzata da alcune persone nel periodo estivo appena trascorso.

Si tratta di un appuntamento ormai abituale che il Centro Missionario Diocesano organizza ogni anno nel mese di ottobre per rendere partecipe la comunità di alcuni momenti significativi vissuti in luoghi lontani, in cui prestano servizio missionari della nostra diocesi o in cui si stanno realizzando progetti mirati alla promozione umana spesso seguiti o sostenuti da alcune parrocchie della città.

Quest’anno i racconti hanno avuto quasi tutti – tranne uno – come sfondo il continente africano.

Il primo a coinvolgerci con immagini e parole dall’Africa è stato Filippo Vici, che ha trascorso un periodo in Camerun presso i padri Saveriani. La sua è stata un’esperienza molto particolare perché, oltre a condividere momenti di vita missionaria e un ritiro spirituale, ha vissuto anche l’esperienza di assistere padre Giovanni Montesi, missionario saveriano della Diocesi di Senigallia, nei suoi ultimi giorni di vita.

Dopo Filippo ha preso la parola Margherita che, grazie all’operazione Mato Grosso, ha speso il suo tempo estivo con i bambini e gli anziani di un villaggio dell’ Ecuador, definendo la sua esperienza come un regalo del padre che ha svolto come lei un servizio volontario come medico nelle strutture sanitarie del medesimo villaggio.

Poi è stata la volta di Laura, partita con l’associazione lombarda “Amici di San Francesco” per il Kenia, dove ha trascorso circa un mese dedicando il suo tempo e le sue energie a 500 bambini di un orfanotrofio, ritrovandosi anche con le mani sporche di cemento per aiutare nella costruzione delle fondamenta di un edificio.

Quindi è arrivata Eleonora, che con un videomessaggio ha raccontato le sue emozioni nel vivere alcuni giorni nella comunità di Lowerere in Tanzania, grazie al progetto “Non solo pozzo” sostenuto dalla parrocchia del Portone. Il suo messaggio è stato anche un invito per tutti a vivere un’esperienza in terra africana anche per capire quali sono effettivamente le cause di tanta povertà.

Infine il racconto a più voci ricco di emozioni e stupore di Donatella, Carla, Mattia, Giorgia e Don Andrea Rocchetti, che hanno vissuto la loro esperienza missionaria in Costa d’Avorio, nella comunità parrocchiale di Dianra dove si trova padre Matteo Pettinari, missionario della Consolata. Questo gruppo di persone prima della partenza ha seguito un serio percorso di formazione organizzato dal CMD e tenuto da padre Ariel Tosoni dei missionari della Consolata presso la parrocchia di Chiaravalle.

Per concludere la serata Daniela Giuliani, da poco di ritorno da Dianra, in veste di architetto coordinatore del lavori ci ha informati sui progressi della chiesa che si sta costruendo in quella comunità.

Tutti, pur con diverse sfumature, hanno trasmesso con i loro racconti la gioia e la commozione di aver vissuto un’esperienza unica, quella dell’accoglienza e dell’incontro con le persone povere dei villaggi africani o ecuadoregni che con semplicità e poche cose materiali li hanno arricchiti di tanta umanità. Tutti hanno capito che non è tanto importante fare, costruire, insegnare quanto osservare, semplicemente essere lì per vivere relazioni, cercare di comunicare vicinanza e solidarietà anche se le difficoltà linguistiche potrebbero sembrare un ostacolo. Tutti hanno vissuto con gioia le festose celebrazioni eucaristiche della chiesa del sud del mondo e hanno sperimentato la bellezza di sentirsi chiesa senza barriere e confini. Tutti, ma proprio tutti, hanno espresso la volontà di ripartire.

Lettere da Dianra – Estate 2016 /3

Cari amici, qui Dianra, primi rientri. Donatella e Mattia, come previsto, per motivi di lavoro lunedì sono rientrati in Italia con una valigia piena di sorrisi, emozioni, suoni, paesaggi che rimarranno impressi nel loro cuore. Don Andrea, Carla e Giorgia continuano ad accompagnare i padri della Consolata (splendidi, fanno un lavoro enorme) nelle attivita’ e nelle visite ai villaggi. Visite che sono il primo passo per costruire con grande pazienza e tante difficoltà di lingua, e di strade, relazioni prima di amicizia con le popolazioni ed in seguito di promozione umana a livello sanitario, sociale e religioso. Abbiamo nel frattempo saputo della tragedia del terremoto e vicini spiritualmente alle popolazioni colpite le ricordiamo nelle preghiere.

Un caro saluto da Don Andrea, Carla, Giorgia ed i Padri Manolo, Matteo e Rafael.